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Quelli che ballavano venivano visti come pazzi da quelli che non sentivano la musica
Friedrich Nietzsche
Chi Sono
Sono la Dott.ssa Valentina Capobianco , mi sono laureata presso l’università degli studi “La Sapienza” di Roma in Psicologia Clinica e di Comunità e mi sono specializzata nel 2004 in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale presso la scuola di specializzazione APC di Roma.
Negli anni successivi alla laurea ho maturato diverse esperienze professionali in ambito clinico sviluppando competenze nella cura dei Disturbi di Personalità, Disturbi Dissociativi, Disturbo Ossessivo Compulsivo, Disturbo d’Ansia Generalizzato, Attacchi di Panico, Depressione, Gesti autolesivi, Lutto e Separazioni complicate. Durante la Specializzazione ho svolto attività di tirocinio presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma, occupandomi principalmente di attività di psicodiagnosi e psicoeducazione con i pazienti borderline. Il lavoro con i pazienti gravi mi ha da subito appassionato, infatti, avviando successivamente l’attività privata mi sono quasi sempre occupata di situazioni molto complesse e di grande sofferenza psichica, lavorando per lo più con pazienti gravi , con Depressione e Disturbi di Personalità, spesso in co-terapia con lo psichiatra.
Per quanto riguarda l’ambito dei minori ho maturato la mia competenza sul campo, e attraverso un gruppo di studio sull’età evolutiva all’interno della scuola di specializzazione. Negli anni della specializzazione ho coordinato un Centro di ascolto per adolescenti sul territorio di Ostia Ponente. Il Centro di Ascolto rappresentava un lavoro di frontiera e mi ha avvicinato a realtà molto complesse, sia a livello psicologico che sociale. Dopo la specializzazione ho avviato da subito anche la libera professione occupandomi sia di adulti, minori e adolescenti. Successivamente ho lavorato al Tetto Azzurro nel Servizio di Diagnosi e Trattamento, per i bambini abusati e maltrattati. Il mio lavoro era centrato sulla valutazione e il trattamento dei minori, nonché sulla valutazione delle competenze genitoriali. Lavorando in sinergia con i Servizi del territorio e per il Tribunale. Dal 2010 svolgo attività di libera professione con adulti e minori.
Attività Clinica
Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
Di cosa mi occupo
Di cosa mi occupo
Disturbi di Personalità.
Attacchi di panico.
Depressione.
Depressione post partum.
Disturbi Bipolari.
Disturbi del comportamento alimentare.
Disturbi psicopatologici dell’adulto: ansia, depressione, attacchi di panico e disturbi di personalità, gesti autolesivi.
Disturbi psicopatologici in età evolutiva ( minori e adolescenti): ansia, fobia scolastica, disagio sociale, problemi relazionali, depressione e problemi alimentari.
PTSD Disturbo Post-traumatico da STRESS
Aree di intervento
Aree di intervento
Valutazioni Psicodiagnostiche.
Consulenza psicologica nei passaggi esistenziali ( cambiamenti di lavoro, crisi esistenziali, separazioni e divorzi, nascita di un figlio).
Psicoterapia individuale degli adulti .
Psicoterapia individuale degli adolescenti.
Psicoterapia di coppia.
Psicoterapia dei bambini.
Interventi a sostegno della genitorialità.
Consulenza tecnica di parte.
Percorso di co-costruzione di una genitorialità consapevole.
Consulenza psicologica pre e post partum.
Il mio approccio
La terapia cognitivo comportamentale è riconosciuto all’unanimità come il migliore approccio per affrontorare ogni tipo di disturbo psicopatologico.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale si basa sul presupposto che vi è una stretta relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti...
La sofferenza deriva proprio dall’attivazione di pensieri disfunzionali. Gli obiettivi della terapia sono la modificazione di schemi mentali e comportamenti disfunzionali, di atteggiamenti, aspettative e convinzioni che inducono e intensificano la sofferenza. Il terapeuta aiuta il paziente a identificare e riconoscere pensieri, emozioni e comportamenti che generano e mantengono il disagio emotivo; a comprendere le emozioni; modificare le convinzioni negative; individuare gli schemi distorti di ragionamento e d’interpretazione della realtà e integrarli con pensieri, convinzioni e comportamenti funzionali al perseguimento dei nostri obiettivi.
In tale approccio la variabile cognitiva è predominante nella spiegazione dei fenomeni clinici e vi è un’enfasi sulle strutture di significato e sui processi di elaborazione dell’informazione.
Il cambiamento avviene mediante la progressiva modifica dei processi cognitivi disfunzionali e attraverso l’attuazione di nuovi comportamenti. L’obiettivo terapeutico non è solo l’eliminazione del sintomo ma anche aiutare il paziente a cambiare il proprio approccio mentale.
Ho integrato il mio approccio con la Control Mastery e con l’approcciocognitivo-evoluzionista.
La Control Mastery Theory è una teoria integrativa, psicodinamica-cognitiva e relazionale del funzionamento mentale, della psicopatologia e della psicoterapia. Tale teoria sottolinea che la motivazione primaria di ogni essere umano è adattarsi al meglio alla propria realtà e il padroneggiare i propri problemi. Ogni essere umano ha la capacità di controllare , almeno in una certa misura, le proprie funzioni mentali consce e inconsce, guidato dalla ricerca di un senso di sicurezza. L’essere umano quindi sin dalla nascita cerca di conoscere e adattarsi alla realtà che lo circonda e di riflettere su di essa, astraendo dalle esperienze che vive “regole”, dette anche credenze, consce o inconsce. Lo sviluppo delle credenze è significativamente influenzato dal rapporto con i genitori e i fratelli. La sofferenza psicologica è espressione di particolari tipi di credenze, dette patogene, che originano da esperienze dolorose del passato. La psicopatologia nasce a seguito di traumi che portano l’individuo a sviluppare credenze patogene che bloccano lo sviluppo e l’autonomia personale. Lo scopo della psicoterapia è aiutare i pazienti a diventare consapevoli e disconfermare queste credenze patogene, servendosi prima di tutti della relazione terapeutica che diventa strumento di cambiamento.
La psicoterapia cognitivo evoluzionista studia i rapporti tra emozioni e cognizioni considerando le recenti scoperte delle neuroscenze. Secondo la prospettiva evoluzionistica l’essere umano ha una serie di disposizioni innate alle relazioni; inoltrel’essere umano è guidato nell’interazione dall’attivazione di diversi sistemi motivazionali su base innata, ciascuno dei quali ha propri meccanismi di attivazione e disattivazione e le proprie sequenze di emozioni. L’attivazione dei sistemi motivazionali può a volte compromettere la capacità di regolare l’intensità e l’espressione dell’emozioni e può influire sulle capacità di mentalizzazione ossia di comprensione di ciò che succede nella nostra e nella mente dell’altro. La prospettiva cognitivista considera l’attività mentale come deputata soprattutto alla costruzione e organizzazione della conoscenza. L’approccio cognitivo-evoluzionista ci aiuta nella comprensione della sofferenza emotiva della persona, considerata un fallimento della regolazione delle emozioni. In tale cornice l’obiettivo della psicoterapia è aiutare il paziente a comprendere e regolare i propri stati emotivi all’interno delle relazioni.
Nel corso della terapia il paziente può rendersi consapevole in maniera sempre più autonoma di questi meccanismi e migliorare le proprie capacità di regolazione delle emozioni sia nella “palestra” della relazione terapeutica che, naturalmente, nelle relazioni della propria vita quotidiana.
Infine occupandomi spesso di pazienti gravi ho integrato il mio approccio con la terapia metacognitiva interpersonale.
La Terapia Metacognitiva Interpersonale è un approccio di trattamento rivolto in maniera specifica ai disturbi di personalità che mostrano disregolazione emotiva, povertà narrativa, difficoltà a comprendere i pensieri e i sentimenti propri e altrui e a relazionarsi in maniera adeguata. La TMI pone un’attenzione particolare alle disfunzioni metacognitive dei pazienti avendo a disposizione numerose tecniche capaci di promuovere la metacognizione al fine di rendere il paziente consapevole dei propri schemi interpersonali, migliorare la qualità delle relazioni e rendere il comportamento più flessibile.
La metacognizione è l’insieme delle abilità mentali che permettono all’individuo di identificare gli stati mentali e attribuirli a sé stessi e agli altri, ossia pensare, riflettere e ragionare sui propri stati mentali e su quelli degli altri ; utilizzare tali conoscenze per prendere decisioni, risolvere problemi interpersonali e psicologici e padroneggiare la sofferenza soggettiva.
A fronte di quanto detto l’obiettivo strategico principale della TMI è quello di migliorare le abilità metacognitive al fine di padroneggiare gli stati mentali problematici che sono responsabili della sofferenza soggettiva e dei problemi nelle relazioni interpersonali. La metacognizione è l’oggetto del trattamento, in quanto tale funzione assolve un ruolo centrale nella costruzione del Sé e nella costruzione e nel mantenimento delle relazioni interpersonali.